Il cosiddetto Attestato di Prestazione Energetica (spesso abbreviato con l’acronimo APE) è un documento molto importante che definisce la classe di prestazione energetica di un immobile. Tali prestazioni vengono riconosciute tramite una scala letterale, dalla G alla A.
Previsto dalla Legge 90/2013, l’APE sostituisce il vecchio ACE (Attestato di Certificazione Energetica). Si tratta di un altro dei documenti fondamentali da inserire nel vostro dossier per vendere casa.
In questa nuova Guida di Mediem Agency vi spiegheremo perché è importante questo attestato in ambito immobiliare e non solo.
Negli ultimi anni, la crescente attenzione sui consumi energetici domestici e sull’impatto ambientale degli stessi ha portato all’emanazione di una legge che prevede l’obbligo di attestare le caratteristiche energetiche degli immobili. Il settore edilizio è infatti quello che consuma la maggior parte dell’energia in Europa: circa il 40% del consumo finale.
L’obiettivo delle nuove direttive dell’Unione Europea è quello di costruire nuovi edifici a consumo di energia vicino allo zero entro il 2050, o sostenere la ristrutturazione di quelli esistenti, rendendoli più “smart”.
Alcune misure varate di recente anche per rilanciare l’economia nazionale, come l’Ecobonus 110% o il Bonus domotica 2020, vanno interpretate anche in questa chiave di sostenibilità e riduzione dei consumi.
L’Attestato di Prestazione Energetica aiuta in tal senso a certificare la quantità annua di energia effettivamente consumata o che si prevede possa essere necessaria per soddisfare i bisogni energetici di un edificio in un anno.
Per verificare la quantità di energia consumata, gli elementi dell’immobile presi in considerazione sono:
- La fonte energetica utilizzata (primaria non rinnovabile, rinnovabile, entrambe, ecc).
- L’isolamento dell’edificio (pareti e infissi).
- Le caratteristiche degli impianti tecnici e di climatizzazione.
L’APE non può essere rilasciato da chiunque: la normativa attribuisce ad alcuni professionisti il compito di redigere l’attestato. Tali tecnici devono essere abilitati alla progettazione di edifici e impianti ed essere iscritti all’Albo dei Certificatori Energetici, accreditati da ogni regione a svolgere questa funzione. In ogni caso, deve trattarsi di un tecnico indipendente, cioè non coinvolto con il processo di progettazione o realizzazione dell’edificio né avere rapporti di parentela con il proprietario.
Per poter definire la classe di prestazione energetica di una casa è dunque necessario richiedere un Attestato di Prestazione Energetica. Attualmente, le classi energetiche sono dieci: dalla G, che rappresenta il livello più basso, alla A, la classe migliore. La A è a sua volta suddivisa in altri quattro indicatori: A4, A3, A2, A1 (indicati in alternativa nella scala che va da A+ ad A++++).
La “prima” della classe in questa speciale graduatoria green è la A4, il cui parametro di prestazione energetica globale dell’edificio è uguale o inferiore a 0,40 EPgl.
L’APE ha una validità pari a 10 anni, durante i quali sono richiesti al proprietario dell’immobile regolari operazioni di controllo e manutenzione degli impianti. Tale durata è valida anche per il vecchio ACE: se un immobile è dotato di Attestato di Certificazione Energetica (rilasciato prima del 2013) non sarà necessario richiedere l’APE.
Tuttavia, nel caso di interventi di ristrutturazione che potrebbero modificare l’efficienza energetica dell’edificio, dovrete richiedere un nuovo Attestato di Prestazione Energetica. Ciò ovviamente vale anche nel caso di interventi mirati di riqualificazione energetica dell’appartamento, che consentono di aumentarne le prestazioni energetiche, come quelli previsti dall’Ecobonus 110%.
Il costo dell’Attestato di Prestazione Energetica varia in base alla regione e città in cui si vive e alle caratteristiche dell’unità abitativa, ma la spesa in genere si aggira intorno a euro 150. Se siete arrivati fin qui avrete tuttavia compreso che si tratta di un documento fondamentale sia sotto l’aspetto immobiliare, sia per quanto concerne i consumi: una classe energetica bassa può infatti portare a una spesa maggiore sulle bollette, poiché l’immobile consuma di più.
Da un punto di vista immobiliare, l’APE conferisce trasparenza al mercato, fornendo ai potenziali acquirenti indicazioni certificate sulle caratteristiche e sui consumi energetici della casa. Per il venditore l’APE diventa invece un riconoscimento fiscale e patrimoniale nel caso di interventi di miglioramento delle classi energetiche del proprio immobile: è chiaro che un’abitazione con classe A, a parità di altri parametri, ha una valutazione maggiore rispetto a una casa con classe energetica inferiore.
Arriviamo dunque al paragrafo chiave per chi vuole vendere casa: dal 2005, l’attestato (o certificato) di prestazione energetica è obbligatorio nel caso di:
- Vendita di un immobile a titolo oneroso, quindi per compravendita stipulata tramite rogito notarile.
- Trasferimento a titolo gratuito per donazione.
- Affitto di edifici o singole unità immobiliari.
Anche nell’annuncio di vendita, è necessario inserire la classe energetica dell’immobile che vorresti vendere o affittare, per portarla a conoscenza dei potenziali acquirenti o affittuari.
L’Attestato di Prestazione Energetica deve essere inoltre per legge allegato ai contratti di compravendita o locazione: la sua assenza comporta il rischio di una sanzione amministrativa anche molto esosa (da 3000 a 18.000€).
Sei interessato a vendere casa e vorresti conoscere quanto vale il tuo immobile anche in base alla sua classe energetica? Richiedici subito una valutazione gratuita: stimeremo il valore minimo, medio e massimo della casa e analizzeremo per te le migliori opportunità di vendita per raggiungere l’obiettivo al miglior prezzo e a zero provvigioni.