La classe energetica di una casa è un dato importante per permettere di conoscere il livello di consumi energetici dell’immobile, sulla base di parametri funzionali e strutturali, classificando così la sua prestazione energetica e definendo, in tal modo, il suo impatto ambientale in termini di consumi.
Dal 2005 è obbligatoria la certificazione energetica di ogni immobile. Introdotta in Italia dalla Legge n.10 del 1991, a partire dal 2005 e con i successivi interventi legislativi completati con il DM 162/15, la certificazione energetica è infatti diventata parte della normativa italiana con l’obiettivo di ridurre lo spreco di energia e favorire l’adozione di soluzione alternative a basso impatto ambientale.
La recente notizia secondo cui la Commissione Europea starebbe lavorando a una “stretta green” sugli immobili (si parla di limitare o vietare la vendita e l’affitto di appartamenti classificati con classe energetica bassa), ha riportato in auge il tema delle classi energetiche degli edifici. Ma cosa indica, nel dettaglio, la classe energetica di una casa? Approfondiamolo assieme in questa guida.
Le classi energetiche di una casa sono in tutto dieci: sono collocate in una scala dei consumi da A4 a G, dove A4 rappresenta il valore massimo e G quello minimo. A ciascuno è attribuito un punteggio che, appunto, da 1 per la meno efficiente a 10 per la più performante. Tale punteggio è attribuito in base alle fasce di consumo energetico di ciascun immobile: la scala è ordinata in ordine crescente di consumi.
Più la classe energetica di una casa è vicina ad A4, meno consumerà energia per riscaldare, raffreddare e mantenere la temperatura degli ambienti. Se una casa ha invece una classe energetica pari a G, vuol dire che è ad alto consumo energetico, presenta impianti di riscaldamento obsoleti o in disuso, non utilizza fonti rinnovabili e gli infissi disperdono calore, con conseguenze anche in bolletta (uno stabile che consuma molto e disperde calore costerà molto di più in termini di utenze energetiche rispetto a uno stabile con bassi consumi). Oggi il requisito minimo per costruire un nuovo edificio è la classe D.
Nel dettaglio, ecco la scala delle classi energetiche:
• Classe A4, punteggio 10: consumo massimo inferiore o uguale a 0,40 Ep (indice di prestazione energetica); punteggio di riferimento 10.
• Classe A3, punteggio 9: consumo massimo inferiore o uguale a 0,60 Ep; consumo minimo inferiore o uguale a 0,40 Ep.
• Classe A2, punteggio 8: consumo massimo inferiore o uguale a 0,80 Ep; consumo minimo inferiore o uguale a 0,60 EP.
• Classe A1, punteggio 7: consumo massimo inferiore o uguale a 1,00 Ep; consumo minimo inferiore o uguale a 0,80 Ep.
• Classe B, punteggio 6: consumo massimo inferiore o uguale a 1,20 Ep; consumo minimo inferiore o uguale a 1,00 Ep.
• Classe C, punteggio 5: consumo massimo inferiore o uguale a 1,50 Ep; consumo minimo inferiore o uguale a 1,20 Ep.
• Classe D, punteggio 4: consumo massimo inferiore o uguale a 2,00 Ep; consumo minimo inferiore o uguale a 1,50 Ep.
• Classe E, punteggio 3: consumo massimo inferiore o uguale a 2,60 Ep; consumo minimo inferiore o uguale a 2,00 Ep.
• Classe F, punteggio 2: consumo massimo inferiore o uguale a 3,50 Ep; consumo minimo inferiore o uguale a 2,60 Ep.
• Classe G, punteggio 1: consumo massimo non specificato; consumo minimo inferiore o uguale a 3,50 Ep.
Il calcolo della classe energetica di una casa viene fatto in base a un calcolo dei punteggi relativi alle certificazioni e alle caratteristiche strutturali dell’edificio. A influenzare la classificazione sono la dimensione dell’abitazione, la qualità dei materiali utilizzati e il relativo isolamento, la qualità degli infissi che consentono una minore dispersione del calore, la presenza o meno di fonti di energia rinnovabile, gli eventuali interventi di ristrutturazione e miglioria dell’edificio (es. ecobonus e Superbonus 110 per il miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici). Alla fine della valutazione, la classe energetica della casa viene riportata sull’Ape.
La classe energetica di una casa è indicata nell’Attestato di Prestazione Energetica (APE), rilasciato da un ente o da un tecnico abilitato (esistono specifici elenchi regionali di certificatori energetici autorizzati).
L’APE contiene tutte le caratteristiche di un edificio dal punto di vista energetico, inclusa la classe energetica di un immobile. Tale documento ha una validità di 10 anni, salvo il caso in cui non siano stati effettuati interventi di ristrutturazione sull’immobile: in tal caso l’Ape va rinnovato.
Ricordiamo che la classificazione energetica di ogni immobile è diventata parte integrante di ogni processo di compravendita immobile. La certificazione energetica è infatti obbligatoria dal 2005 per vendere o affittare un immobile e l’Ape è tra i documenti necessari da inserire nel dossier per vendere casa o in caso di locazione.